EZLN

EZLN nasce nel 1983 per iniziativa di un piccolo gruppo di meticci che si stabiliscono nella Selva Lacandona, e insieme a pochi indigeni della zona politicizzati, formano l’EZ (Esercito Zapatista).

Superato il difficile adattamento all’ambiente e l’ostilità delle popolazioni autoctone, diventa un movimento di massa, costituito in prevalenza da campesinos indios.

L’organizzazione dell’EZLN trova la sua matrice nella cultura indigena di “democrazia formale e diretta” (voto e discussione assembleare). Mandar obedeciendo (comandare obbedendo) è la parola d’ordine che disciplina l’azione politica e militare.

Lo stesso Subcomandante Marcos è subordinato al comando direttivo formato da indios tzotzil-tzeltal-chol-tojolabal ecc., di cui è l’interprete, il traduttore, il ponte tra diverse culture.

Attraverso la sua voce è possibile ascoltare gli indigeni delle diverse etnie che compongono l’Esercito Zapatista.

Il loro obiettivo non è la presa del potere, ma un reale cambiamento democratico dell’intero paese. Il dialogo nazionale è attuato attraverso la “Convenzione Nazionale Democratica” dell’agosto del ’94 e la “Consulta Nazionale” dell’agosto del ’95, dove le forze sociali, i sindacati, i partiti politici interessati e le organizzazioni di base affermano la volontà popolare messicana di dire ¡YA BASTA! (ORA BASTA!).

L’EZLN individua nelle politiche neoliberiste la causa principale dei problemi della società non solo messicana, ma mondiale.

La sua critica non è puramente teorica, ma si basa sui danni sociali e ambientali che esso arreca a tutti i paesi. La lotta zapatista assume carattere internazionale e questo dibattito planetario avviene presso le cinque aguascalientes (accampamenti per assemblee popolari costruite presso comunità indigene) durante il “Primo Incontro Intercontinentale per l’Umanità e contro il Neoliberismo” tenutosi nell’estate del 1996 in Chiapas, al quale hanno partecipato circa 3000 persone provenienti dai cinque continenti.

Dalle montagne del sud-est messicano l’EZLN lancia l’idea di costruire una rete collettiva di resistenza al neoliberismo e per l’umanità, una rete intercontinentale di comunicazione alternativa per poter costruire un mondo dove ci siano tutti i mondi.

Il Percorso dell’EZLN

01.01.1994: all’alba del giorno dell’entrata in vigore del NAFTA (North America Free Trade Agreement), il trattato di libero commercio tra Canada, USA e Messico, migliaia di persone incappucciate invadono e occupano diverse città dello Stato del Chiapas, nel sud del Messico. Con un’operazione a sorpresa, le città di Ocosingo, Altamirano, Comitàn, San Cristòbal de Las Casas, fra le altre, sono occupate e cadono sotto il controllo di un gruppo guerrigliero. Dal Palazzo municipale di San Cristòbal de Las Casas, il Subcomandante Insurgente Marcos, portavoce degli insorti, legge la Prima Dichiarazione della Selva Lacandona: si chiamano Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale, sono per la maggior parte indigeni e dichiarano guerra all’Esercito federale. Obiettivo: avanzare su Città del Messico per i diritti elementari, casa, terra, alimentazione, salute, educazione, lavoro, autonomia, dignità, democrazia, giustizia e libertà.

12.01.1994: dopo dodici giorni di intensi combattimenti, bombardamenti e rappresaglie dell’Esercito federale, Carlos Salinas de Gortari, Presidente della Repubblica, è costretto a decretare unilateralmente il cessate il fuoco. La causa? Una grande e improvvisa mobilitazione, che riunisce centinaia di migliaia di persone a Città del Messico e in Chiapas, chiede la fine delle ostilità e impone il dialogo alle due parti come soluzione del conflitto. Entra in gioco la società civile, ancora disorganizzata, però attenta ai problemi posti dall’EZLN. L’EZLN si ritira in montagna e nella selva.

20.02.1994: nella cattedrale di San Cristobal inizia il dialogo tra l’EZLN e il Governo. Figura mediatrice importantissima, il vescovo, il tatik, interprete della teologia della liberazione, Samuel Ruiz Garcia. Gli accordi preliminari raggiunti svaniscono con l’omicidio, il 23 marzo, di Luis Donaldo Colosio, candidato presidenziale, che cade sotto i colpi di un regolamento di conti interno al PRI (Partito Rivoluzionario Istituzionale), partito di governo.

Estate 1994: Convenzione Nazionale Democratica. E’ il primo atto congiunto dell’EZLN con la società civile. Vi partecipano più di diecimila persone che giungono da tutto il paese sino alla Selva Lacandona. Le richieste: governo di transizione e Congresso Costituente. L’EZLN afferma: “Tutto per tutti, finché non sarà così, non ci sarà niente per noi”. Intanto è eletto il nuovo Presidente della Repubblica, Ernesto Zedillo Ponce de Leon del PRI.

Dicembre 1994: si insedia Zedillo che dichiara di voler la pace. “Benvenuto all’incubo”, risponde l’EZLN. L’EZLN rompe l’accerchiamento militare e proclama “autonomi e ribelli” 38 municipi dello Stato. A fine anno una delle peggiori crisi finanziarie in Messico fa crollare la moneta nazionale.

09.02.1995: a tradimento, Zedillo svela la presunta identità dei dirigenti dell’EZLN e fa scattare gli ordini di cattura. L’Esercito attacca i ribelli. L’EZLN non risponde e si ritira. Guadalupe Tepeyac, quartiere generale degli zapatisti, è occupata dalle truppe federali.

Aprile 1995: non riuscendo a schiacciare i ribelli, il Governo si vede obbligato a riprendere il dialogo. Si firmano gli Accordi di San Miguel, che stabiliscono le regole degli incontri e inizia il dialogo a San Andrés Sacamchén. Al dialogo, oltre alle due parti, partecipa la società civile, come osservatrice.
Nei mesi seguenti, l’EZLN promuove una consultazione in tutto il paese. Risponde più di un milione di persone che chiedono all’EZLN di diventare una forza politica, indipendente e nuova.

01.01.1996: Quarta Dichiarazione della Selva Lacandona. L’EZLN invita a creare una forza politica “nazionale, pacifica, autonoma, civile, che non aspiri a prendere il potere”. Nasce il Fronte Zapatista di Liberazione Nazionale (FZLN).

16.02.1996: si firmano gli Accordi di San Andrés. E’ il primo tavolo su “Diritti e Cultura Indigeni”. Ne mancano altri cinque.

Estate 1996: primo Incontro Intercontinentale per l’Umanità e contro il Neoliberismo. L’incontro si svolge nelle cinque Aguascalientes, i quartieri generali costruiti dall’EZLN dopo l’offensiva dell’Esercito federale nel febbraio ’95. Oventic, La Garrucha, Roberto Barrios, Morelia e La Realidad sono invase da migliaia di persone giunte da tutto il mondo.

Settembre 1996: l’EZLN interrompe unilateralmente il dialogo di fronte alla evidente mancanza di volontà del Governo di convertire in legge gli Accordi di San Andrés.

Ottobre 1996: primo Congresso Nazionale Indigeno.

Novembre 1996: la neonata Commissione di Concordia e Pacificazione (COCOPA), commissione parlamentare che riunisce deputati e senatori di tutti i partiti, presenta una proposta di legge che riassume gli Accordi di San Andrés. Le due parti sono chiamate a dare un giudizio. L’EZLN l’approva. Il Governo la rifiuta. Cresce la tensione.

1997: “Guerra di Bassa Intensità”, così la definiscono i manuali nordamericani. Il governo federale la applica integralmente in Chiapas. Nascono, si addestrano e cominciano ad agire i primi gruppi paramilitari. Al nord e a Los Altos del Chiapas, soprattutto, i villaggi sono attaccati, le case bruciate, le famiglie minacciate. Centinaia di persone che poi diverranno migliaia sono costrette ad abbandonare le proprie case e rifugiarsi in montagna. Nasce il fenomeno degli desplazados.
Intanto, in settembre c’è la marcia dei 1111. 1111 delegati delle basi d’appoggio dell’EZLN marciano per il paese sino alla Capitale della Repubblica. Primo Congresso del FZLN.

22.12.1997: la strage più orrenda e purtroppo famosa. 45 persone, la maggior parte dei quali donne e bambini, sono assassinati dai paramilitari a Acteal. Muoiono pregando, mentre a poche centinaia di metri di distanza la polizia statale è testimone senza intervenire. La complicità dei governi statale e federale è chiara. Unica ripercussione: cade la testa del Ministro degli Interni.

1998: la resistenza. Le comunità cominciano a Subire gli attacchi dei paramilitari, però anche dell’Esercito e Polizia statale. Tra aprile e giugno, sono attaccati i Municipi Autonomi di El Bosque, Taniperla, Amparo Aguatinta, Chavajebal, Uniòn Progreso, San Juan de la Libertad.
Intanto diventa pubblico il coinvolgimento del Governatore del Chiapas nella strage di Acteal. Cambia il Governatore.

21.03.1999: l’EZLN pone a consultazione gli Accordi di San Andrés. Partecipano più di tre milioni di persone. Un’altra volta cinquemila zapatisti delle basi d’appoggio escono dallo Stato del Chiapas e viaggiano per il paese.
Continua la resistenza. In agosto, l’Esercito occupa Amador Hernandez. La risposta della società civile è impressionante: in migliaia giungono in Chiapas a protestare.

2000: anno elettorale. L’EZLN resta in silenzio. Lo romperà una volta sola, poco prima della scadenza elettorale. “Questa non è la nostra ora”, dice. Dichiara che non porrà ostacoli alle elezioni, però non appoggierà nessun candidato. Vince Vicente Fox Quesada, del Partito Azione Nazionale. Dopo settantuno anni, cade il PRI e prende il potere la destra imprenditoriale e cattolica. Anche in Chiapas vince la coalizione d’opposizione, il cui candidato è Pablo Salazar Mendiguchia.

01.12.2000: si insedia il nuovo Presidente. Il giorno dopo, l’EZLN romperà il lunghissimo silenzio.

(Fonte: www.hastasiempre.it)