Diego Rivera
Diego Rivera è nato a Guanajuato nel 1886.
Dopo aver frequentato gli studi serali presso l’Accademia di S. Carlos a Città del Messico, si iscrive in modo ufficiale all’Accademia san Carlos (nel 1898) dove diventa allievo di José Maria Velasco, paesaggista della fine del XIX secolo. A 21 anni, con una borsa di studi triennale si reca in Spagna, Italia, Belgio Olanda, Inghilterra e Francia dove si accosta al cubismo, ai fauve, al futurismo, in questi Paesi frequentò Pablo Picasso e Juan Gris e realizzò anche le sue prime mostre cubiste (Nel 1917 abbandonò il cubismo per dedicarsi a uno stile figurativo tradizionale).
Tornato in Messico nel 1922, trovò la sua più ampia ispirazione nell’adesione agli ideali rivoluzionari del Messico alla cui propaganda contribuì attivamente con Siqueiros e Orozco, legato da comuni ideali sociali ma da differenti espressioni artistiche, darà vita a quella che sarà considerata la più grande espressione muralista dell’epoca. Si iscrive al Partito Comunista e fa parte del gruppo fondatore del Sindacato dei Pittori, Scultori ed Incisori Rivoluzionari.
I suoi murales dipinti per più di quarant’anni con una foga e una dedizione totale tanto da rimanere incollato sui ponteggi anche per giorni, mangiando e dormendoci sopra, raccontano delle vicende del suo popolo, dei peones, della loro schiavitù passando per le antiche civiltà (dalla azteca alla zapoteca, alla totonaca, huasteca) avvalendosi di uno stile descrittivo-folkloristico, coniugando il vecchio e il nuovo, il moderno e l’antico con personaggi dai tratti sicuri, severi che vanno a formare gruppi compatti di forme, di volumi, di colore. Riporta nei murales anche le tre figure fondamentali della rivoluzione messicana Hidalgo, Juarez, Zapata, ma la sua fede politica (si autodimetterà dal partito nel ‘29 per coerenza non potendo lavorare per i borghesi e rimanere al contempo comunista) lo porta anche a disegnare Lenin in un’opera al Rockefeller Center di New York
Nel gennaio 1922 Diego Rivera realizzò la sua prima decorazione murale, La Creaciòn , nell’Anfiteatro della Scuola Preparatoria di Città del Messico e in settembre iniziò ad affrescare il portico principale della Segreteria dell’Educazione Pubblica. In quello stesso anno si iscrisse al Partito Comunista Messicano e l’anno successivo entrò nel Comitato Centrale di cui faceva parte anche Siqueiros. Partecipò inoltre alla fondazione del Sindacato dei Pittori, Scultori e Incisori Rivoluzionari del Messico.
Nel 1926 realizzò gli affreschi murali per la Scuola di Agricoltura di Chapingo e successivamente quelli per il Palazzo del Governo di Cuernavaca. Nel 1927 andò in Unione Sovietica per partecipare alle celebrazioni per il decimo anniversario della Rivoluzione d’Ottobre.
Nel 1929 iniziò a dipingere i murales dello scalone del Palacio Nacional di Città del Messico, che saranno terminati nel 1935.
Nel mese di agosto del 1929 si sposò con la giovane pittrice Frida Kahlo. Rivera realizza parte dei murales dello scalone principale del Palacio Nacional che si trova nei pressi dello di Città del Messico. Il tema dell’intero ciclo, che verrà completato tra il 1934 ed il 1935, è la storia messicana.
L’ambasciatore americano in Messico commissiona a Rivera la decorazione del Palazzo Cortés a Cuernavaca.
Diventa contemporaneamente direttore dell ‘Accademia San Carlos ma è costretto a dimettersi per motivi politici: è aspramente criticato dal P.C.M. per aver accettato di lavorare per una dittatura totalitaria (quella di Plutarco Calles), ma anche dal mondo accademico stesso per essere iscritto al partito comunista.
Diego venne invitato più volte negli Stati Uniti, tra il 1931 e il 1933, a San Francisco, New York e Detroit, lasciò opere importanti tra cui: Allegoria della California al Luncheon Club di San Francisco; Construcción de un fresco alla California School of Fine Arts; pitture murali per il Rockefeller Center e per la Scuola dei Lavoratori a New York.
Il Museum of Modern Art di New York, inaugurato nel 1929, lo invita ad esporre in una personale nel 1931.
Rivera nel 1932 si dedica al teatro realizzando le scenografie ed i costumi per il balletto Horse Power di Carlos Chávez.
Nello stesso tempo inizia le pitture murali per il Detroit Institut of Art, grandioso ciclo di decorazioni intitolato Detroit Industry or The Man and the Machine commissionato dal presidente della commissione municipale per l’arte Edsel Ford.
Rivera, mentre stava ancora lavorando agli affreschi del Detroit Institut of Arts, nel 1933 venne invitato a new York per la realizzazione di un grande murale nella RCA (Radio Corporation of America), nel Rockefeller Center ancora in fase di costruzione.
L’affresco, che ha per tema l’uomo artefice e costruttore del suo cammino “El hombre en una encrucijada (L’uomo a un incrocio)” in cui include un ritratto di Lenin provocando l’interruzione dei lavori. Il ritratto di Lenin inserito nell’affresco, suscitò violente critiche della stampa e manifestazioni di appoggio dei settori progressisti di New York, così Nelson Rockefeller fece distruggere il murales (nel Palazzo Nazionale delle Belle Arti di Città del Messico Rivera realizzerà nel 1934 un’altra versione di El hombre en una encrucijada).
Con Orozco e Siqueiros, Rivera eseguì dal 1946 i murales nell’Istituto Nazionale di Belle Arti di Città del Messico.
Del 1947 è un altro capolavoro: il Sueño de una tarde dominical en la Alameda Central, e nel 1951 il celeberrimo Sbarco di Cortès a Veracruz.
Nel 1952 realizzò un affresco trasportabile che doveva essere presentato in una mostra itinerante per l’Europa intitolata “Venti Secoli di arte Messicana“, venne rifiutata per i ritratti di Stalin e Mao, quindi la donò alla Cina.
Nel 1954 Diego fu riammesso nel Partito Comunista (l’anno seguente fece il suo ultimo viaggio in Russia), il 13 luglio 1954 morì Frida.
Donò la Casa azul di Coyoacan e l’Anahuacalli allo stato messicano (comprese tutte le collezioni di arte popolare e preispanica che contengono).
In “Autoritratto”, del 1954, non ci mostra più il Rivera dongiovanni, il seduttore, quanto un uomo ormai sofferente forse della morte di Frida o per via del suo male inguaribile, ma di certo non è più l’uomo brillante pieno di fascino (anche se non era bello) che attirava le donne e le incantava con il suo modo di fare, ma piuttosto un uomo maturo arrivato alla fine di una vita colma di eventi.
Diego Rivera morì 24 novembre 1957 a Coyoacán, è sepolto alla Rotonda de los hombres Ilustres del Panteón civile di Dolores, a Città del Messico.